Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Cuneo ha delineato i presupposti per la configurazione del c.d. mobbing verticale, ovvero quella serie di condotte vessatorie, reiterate e durature, individuali e collettive, rivolte nei confronti di un lavoratore ad opera di superiori gerarchici.
Nel caso esaminato, il Giudice ha riconosciuto l’esistenza dei presupposti del mobbing anche a causa dell’invio quotidiano e ripetuto di mail al lavoratore, sempre mettendo per conoscenza soggetti terzi ed estranei all’ente/datore, oltre che i lavoratori gerarchicamente sottoposti al destinatario/ricorrente, al fine di ostacolarlo e di farlo apparire totalmente incapace e inadatto al ruolo rivestito.
Ciò aveva causato un danno al lavoratore, non solo nella sua sfera professionale, ma anche nella sua sfera personale, intima e relazionale.
Il Giudice ha pertanto riconosciuto il diritto del lavoratore al risarcimento del danno sia professionale che morale sofferto dal lavoratore.