Cosa succede se il lavoratore svolge mansioni che appartengono a livello contrattuale superiore a quello risultante dalla sua busta paga?
In linea di principio, il lavoratore ha diritto ad essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti all’inquadramento superiore che abbia successivamente acquisito.
Qualora il lavoratore svolga mansioni riconducibili ad un livello contrattuale superiore rispetto a quello risultante sulla busta paga, avrà diritto al pagamento delle differenze retributive ed ai corrispondenti contributi previdenziali.
Ad esempio, se un lavoratore è inquadrato al livello D1 del contratto collettivo dei metalmeccanici ma svolge mansioni appartenenti ad un livello D2, avrà diritto al pagamento della retribuzione spettante per il livello D2, che è maggiore del livello D1, per ogni mese di lavoro e per tutto il periodo in cui ha svolto mansioni superiori e, quindi, anche al versamento dei maggiori contributi da parte del datore di lavoro.
In questi casi il lavoratore deve dimostrare di aver svolto in modo continuativo e prevalente mansioni appartenenti al livello superiore, anche attraverso testimoni, e dovrà quindi rivendicare nei confronti del datore di lavoro il pagamento della differenza tra il livello di inquadramento risultante in busta paga e quello relativo alle effettive mansioni svolte.
Per conoscere con esattezza l’importo cui ha diritto il lavoratore che si trovi in questa situazione, occorre una analisi di tutte le buste paga ed il conteggio delle relative differenze; attività che generalmente è compiuta dal consulente del lavoro.
Se il datore di lavoro rifiuta di riconoscere le somme maggiori spettanti al lavoratore, questi potrà rivolgersi al Tribunale del Lavoro conferendo incarico ad un avvocato.
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